martedì 6 febbraio 2007
Le circostanze della mia nascita sono alquanto singolari.
Figlia di genitori del sud emigrati al nord, nasco in un ospedale del sud, quello più vicino a dove abitava la nonna materna...non si sa mai. E infatti: nasco di neanche due chili e per questo infilata in incubatrice.
Ma visto che le disgrazie non vengono mai da sole, scoppia una epidemia di salmonella all'interno dell'ospedale, e la disgrazia di essere nata sottopeso mi salva dall'infezione.
Mamma era stata già dimessa, io rimango in quarantena.
Nutrita con il sondino e lasciata a piangere senza coccole, mi rendo subito conto che questo è un mondo difficile, e cresco con la sensazione che i miei genitori mi odino.
Appena dimessa bisogna tornare a casa, e anche in fretta. Papà ha finito le ferie, dobbiamo tornare al nord. Ma non si può permettere ad una bambina nata sottopeso, chiusa in quarantena, dimessa ancora più magra e piena di lividi, di affrontare un viaggio di 850 kilometri senza essere battezzata... e se non ce la dovesse fare?
Carina vero la nonna?
E allora che fa se la madrina designata non c'è, è venerdì, ed è pure il 17 : vengo battezzata in fretta e furia in modo da poter partire il sabato mattina presto, arrivare in tempo per permettere a papà di riposarsi un po' e tornare il lunedì al lavoro.
Ma poteva finire così?

2 commenti:

Massimiliano Fattorini ha detto...

beh poteva finire com un film di mel brouks in cui alla fine l'inerprete dopo innumerovoli sciagure dice: potev andar peggio, poteva anche e piovere... e appena arriva la scritta fine, senti i rumori di tuomi.

max
http://lapiccolacasa.blogspot.com

Marlene ha detto...

infatti le disgrazie continuano... ci sarà anche la seconda parte...e forse anche una terza, una quarta...