quella è strana ..... è laureata ....

sabato 29 marzo 2008

Un film generazionale. Un film che per chi è fuori età significherà poco. Un film che tutti dovrebbero vedere, che al di là della esagerazione scenica racconta vita reale.
Virzì è riuscito a riunire in un unico film varie sfaccettature del mondo del lavoro. A partire dal laureato in fisica ricercatore con un assegno di 3oo euro al mese "costretto" ad andare in america, per finire alla protagonista laureata in filosofia con 110 e lode che si scontra con la realtà lavorativa, molto diversa dalla vita accademica.
Passando per un manipolo di ex-colleghi universitari non laureati con lavori da favola e super-pagati, e poi il protagonista principale: le lavoratrici del call center.
Onnipresente la televisione accesa sul Grande Fratello, fenomeno di costume degli ultimi 8 anni, una fiction spacciata per vita vera, che regala la falsa illusione che tutti quelli che possiedono velleità artistiche, ma senza talento, possano diventare se non famosi, almeno popolari.
Lo scollamento della politica dalla vita reale rappresentata dal sindacalista che predica bene ma che non è capace neanche di rimanere fedele a sua moglie.
Un film che con la giusta dose di cinismo e senza toni falsamente moralisti riesce a fotografare la situazione grottesca e irreale in cui si ritrovano i giovani italiani: quelli di domani, quelli con "tutta la vita davanti" illusi, sfruttati, spremuti e poi gettati via.
Se Virzì passa di qua (cosa che dubito) lancio lì un'idea: a quando un film sulla realtà del lavoro interinale? Mi offro come sceneggiatrice. Sono pronta a vuotare il sacco.

forse in lingua originale rendeva meglio

giovedì 27 marzo 2008
L'essere stata in giro per un paio di settimane mi ha dato l'opportunità di finire un libro per cui, già sapete, ho sfidato freddo e folla.
Non sono una fan del maghetto che studia in una scuola europea, ho saltato senza rimorso tre capitoli della saga per leggere come va a finire. Perché ero curiosa. Punto.
Sono parecchie le cose che non mi sono piaciute, a cominciare dalla libera traduzione di alcune parole o intere frasi, che forse nell'intento della traduttrice serve a rendere il testo giovanile. A pag. 60 c'è un "Harry vide che schiaffava tutta la mano sul pulsante" e da qualche altra parte la locuzione "fuori come il culo di un babbuino" che , a dirla tutta, non vorrei sentir ripetere dalla bocca del mio pargolo (che non ho, ma è lo stesso).
L'autrice invece sembra aver letto e apprezzato "Il Signore degli Anelli", ho rivisto nella sua narrazione scene già lette. Il trasporto dell'horcrux appeso al collo che interferisce con le capacità intellettive dei protagonisti è l'esempio più lampante.
Per non parlare del capitolo finale: 19 anni dopo, dove si vede i nostri protagonisti adulti, sposati e con uno stato di famiglia allargato.
La verità è che Harry Potter va trattato come tutte le saghe per bambini, e come tale deve essere lasciato fra gli scaffali della biblioteca per ragazzi.
Non possiede l'ampio respiro dei grandi fantasy, né il ritmo incalzante dei libri di avventura.
E forse noi "grandi" avremmo dovuto leggerlo, ma ai nostri bambini prima di metterli a dormire la sera. E visto che io bambini non ne ho, non avrei dovuto neanche sospettarne l'esistenza.


E comunque a me piace ricordarlo così: un bambino sfigato e un tantinello bruttino, che si ritrova come migliori amici un rosso e una secchiona, i due prototipi di amici che per antonomasia a scuola vengono castigati di sfottò. Non doveva farlo crescere.

Pagina 161

martedì 25 marzo 2008

Sono mancata. Sono stata in giro. Ogni tanto serve.
Serve staccarsi dalla vita quotidiana per non trasformarla in banale routine. Serve staccarsi dalla quotidianità delle proprie cose per poterle osservare da un altro punto di vista e scoprire che sono un posto sicuro dove tornare.
Se rimango troppo ferma mi assale l'inquietudine. Mi allontano per sentirne la mancanza. Torno per poterne assaporare nuovamente la tranquilla bellezza.
E cosa c'è di più familiare e tranquillizzante di un libro? Anzi, di più: della pagina 161 del mio libro preferito. O meglio: la pagina 161 di un libro che ha significato molto per me. Di un libro, oserei dire, che è pietra miliare di un lungo cammino che mi ha portato fin dove sono ora. Grazie a Dreyfus ho la scusa per poterla condividere con chi passa di qua a leggere me:

"E' questo l'amore?"
"Si, è questo. E' ciò che consente alla preda di trasformarsi in falco, e il falco in uomo, e l'uomo di nuovo in deserto. E' questo che consente al piombo di trasformarsi in oro, e all'oro di nascondersi di nuovo sotto la terra."

Wine della casa....

mercoledì 19 marzo 2008

L'aeroporto di Praga è un posto immenso e vuoto. Davanti all'ultimo caffè espresso small pensavo a quanto sia inutile imparare l'inglese per viaggiare.
Si troverà sempre un posto in cui parlano o almeno capiscono un po' di italiano.
Ieri sera a cena ai "Tre violini" (locale consigliato se vi trovate in Malastrana) sono entrate due coppie di italiani. Uno dei ragazzi si è lanciato fra "gud ivining" e "chen ai ev the menu", ma poi ha cercato di sapere se c'era del "wine della casa" e ha ordinato dell'acqua mineral. Non so che vino gli hanno portato ma l'obiettivo è stato centrato.
A me invece continuano a scambiarmi per straniera. Anche gli italiani. Mi hanno fermata per una foto e credendo che non capissi, quando gli ho ridato la macchina fotografica una ha detto "se è venuta male fermiamo il prossimo turista".

Per la serie: anche la sfiga va in vacanza

domenica 16 marzo 2008
Non posso crederci: nonostante 1 zerinol (l'ultimo che avevo in casa) e 3 aulin sento che sta per arrivare il raffreddore. E il tempo a Praga non aiuta: freddo gelido e pioggerella sottile, fitta e fastidiosa.
Il vino caldo comprato alle bancarelle di Piazza della Città Vecchia non ha sortito effetto.
Momenti salienti della giornata: ho visto le riprese di un (orrendo) film. Sicuramente uno di quelli che si vedono a Natale considerato che hanno invaso la piazza di neve al polistirolo e c'era una specie di renna che trainava una specie di slitta di babbo natale.
Ormai ho tracce di sangue nella birra.
Il Gulasch mi fa veramente vomitare.
Il biglietto per visitare il museo ebraico con sinagoga costa 5 volte di più di un biglietto per visitare un monumento a caso di cui Praga è zeppa.
Praga è piena di spagnoli: l'euro forte e 4 anni di governo Zapatero danno il loro effetto benefico.

Ebbene si: post da Praga

sabato 15 marzo 2008
Cosa dire? Praga è stupenda. Era uno dei desideri da esaudire prima di morire. Ed eccomi qui.

La prima cosa che ricorderò per sempre di questo viaggio è mister MANZOttin: il prototipo del turista sessuale. Over 5o, agghindato come il Richard Gear de noatri, ha sfoderato in successione italiano, inglese e infine un po' di russo ed è riuscito a provolare subito con due ragazze della Repubblica Ceca che tornavano a casa. Sono convinta che l'italiano (lingua) lo conoscevano benissimo, e anche l'italiano (uomo) conoscono talmente bene da ignorarlo immediatamente.
All'aeroporto ho coronato il mio sogno proibito: caffettone americano da asporto. Me ne sono andata in giro con il mio bicchierone fiera fino a quando ho scoperto che era talmente caldo da essermi ustionata i polpastrelli. E così tutte le volte che vedrò qualche telefilm americano con il protagonista di turno con il suo bel caffè in una mano saprò che è tutto falso: è impossile da mantenere. Ma non l'ho mollato.
Con i soldi sono un po' una frana: con 50 corone si compra mezzo litro d'acqua. 50 corone sono una moneta o un pezzo di carta simile al nostro 50 euro. Ma in fondo sono solo 2 euro. Ora so che quando sono andata in bagno invece che 3 corone me ne hanno rapinate 30. Beata turista ignorante.
L'albergo è in Malastrana. Lo volevo assolutamente in Malastrana. Così ho già passeggiato in tutti i posti che ho visto disegnati negli albi di Dampyr. Ho visto anche molti posti da guida turistica.
Soprattutto ho sentito l'aria praghese che sa di oscurantismo, romanticismo e un po' di art nouveau.
Basta. Ora esco di nuovo. Anche perchè il pavimento della stanza continua a tremare in maniera inquietante.

si, viaggiare

giovedì 13 marzo 2008
Non volevo dirlo, ma sono giorni che non faccio altro che pensarci.
Parto. Sto via un po' di giorni.


Ti piace vincere facile?

martedì 11 marzo 2008

Sono ancora sotto shock. E ancora non so darmi una motivazione.
I fatti: sono mesi che lavoriamo come schiavi. Parlo al plurale, perché lavoriamo tutti troppo. Non credo di essere la sola martire. Però ho il vago sospetto che sia quella a guadagnare meno, nonostante l'impegno e l'assunzione di qualche responsabilità in più. Quindi mi decido, armata di faccia tosta e il sorriso più accattivante che ho, vado dal grande capo.
Appena apro bocca lui mi interrompe e si spertica in complimenti.
Bla bla blablabla... ma non mi incanta.
Se ne accorge, mi dice un'ultima cosa e poi - non parlo più, che so di essere un chiacchierone -
E al mio accenno a quella che doveva essere una richiesta, e invece si era trasformata, strada facendo, in una vaga spiegazione della mia condizione e della mia retribuzione BAM!
Mi ha offerto tutto, subito, senza fiatare e con una proposta a cui non ho potuto dire di no.
Come è stato possibile?
Me lo sto ancora chiedendo.
Ma nel frattempo mi godo la sensazione.

Mai voltarsi indietro

giovedì 6 marzo 2008

Avevo salvato un post in word.
Un post che avevo deciso di pubblicare stasera.
E invece del post, lascio questa domanda per il signor Gates in persona: perchè la versione recente di word risulta assolutamente sconosciuta alla versione precedente?
Cosa ti facciamo di male noi utenti che proviamo le novità e poi visto che sono pesanti e inutili le disinstalliamo per tornare indietro?
Forse fa parte della sua filosofia di vita. Forse vuole dirci che dobbiamo sempre guardare avanti. Mai tornare sui propri passi.
Peccato che stasera sto fermamente sperando che gli venga un accidenti, che lo blocchi su di un cesso per un pò: ho almeno un paio di racconti e post vari da recuperare.
Poi ci si stupisce se uno cambia sistema operativo.

Chiamate il Ku Klux Klan

mercoledì 5 marzo 2008
La scrivo così come mi viene perchè ho poco tempo e molto sonno.

Ieri sera a Ballarò, trasmissione di cui ci tengo a sottolineare ho visto solo il pezzo che sto per raccontare, era ospite un imprenditore.
Tal imprenditore parlando con la Prestigiacomo e sottolineando che non voterà Berlusconi per questo e qualche altro motivo, ha però elogiato la legge Biagi. Anche se, a suo avviso, si poteva fare di più, si poteva rendere il lavoro ancora più flessibile.
E mi ha assalito un dubbio: voleva il ritorno della schiavitù?

Perchè Sanremo è Sanremo

lunedì 3 marzo 2008

Ora che si sono spente le luci, ora che i giornalisti sono tornati a casa, gli opinionisti hanno opinato su tutto l'opinabile e i fiori sono appassiti posso dire anche io la mia sulla kermesse della canzone italiana edizione 2008.
Secondo me Sanremo non va visto, va solo ascoltato. E' stato dimostrato che se ascoltiamo delle persone parlare senza guardarle è più facile accorgerci se stanno mentendo. Per lo stesso principio la musica, una canzone, andrebbero solo ascoltate per non farci distrarre dal vestito, dalla gente che corre sul palco, dalle riprese della sala, dalla mimica del cantante.
Poi sono d'accordo con su610 che dice che bisognerebbe svecchiare la formula. Basta con tutta questa formalità, basta voler riempire fra una esibizione e l'altra con siparietti e teatrini, basta con la bionda e la mora, o che almeno la bionda e la mora sappiano fare il loro lavoro.
Spettacolari gli ospiti, quelli italiani. Musica vera, quella che si ascolta per davvero e piace per davvero.
Delusa dal podio. Fino a stamattina non sapevo neanche chi erano i due piccioncini. Poi ci ha pensato Diabolik ad illuminarmi: "visti entrambi (Ponce e Di Tonno) nel "Gobbo di Notre Dame" a Parma, e' stato uno spettacolo bellissimo !!!!!!! Lui, secondo me, ha una voce eccezionale ... lei un po' meno !!!! Tricarico ??? Beh, insomma ....."
Ho già detto che i musical non mi piacciono, ma almeno ho capito perché si sbattevano tanto sul palco. Dall'ultima considerazione si è capito che a me la canzone di Tricarico è piaciuta tantissimo, una poesia in piena regola. E mi ha stupita Skin ospite a Quelli che il calcio.... che ne ha cantato la strofa, a memoria e in italiano. Come mi è piaciuta la canzone di Max Gazzè, come al solito dal testo interessante e mai banale, e anche Eugenio Bennato e Sergio Cammariere meritavano di più.
Chiudo con una banalità: a me che una schiacquetta con una canzone neo-melodica-napoletana-tradotta-in-italiano si piazzi al secondo posto fa solo venire il vomito.