nella vita reale ho traslocato spesso.
la fatica e anche un po' di ansia per la novità sono sempre uguali.
dopo due giorni e (quasi) due notti di intenso lavoro è tutto pronto.
addio blogspot, ci vediamo su
approfitterò di questi giorni di malattia per sistemare la nuova stanza.
devo scegliere colori e arredamento adatto. e poi trasloco.
devo scegliere colori e arredamento adatto. e poi trasloco.

a volte succede anche così. te ne stai seduta sul divano di casa con la televisione accesa, tossicchiante e distratta, parte la pubblicità e una canzone attira la tua attenzione e ti fa alzare la testa.
le immagini scorrono senza riuscire a trovare corrispondenza nella memoria e poi succede. in un flash ricordi tutto: titolo della canzone, chi la cantava e dove l'hai sentita la prima volta.
e viene voglia di condividere il piacere della scoperta con chi passa di qui. anche solo per sbaglio.
e allora ecco: lou reed in perfect day in una scena del film trainspotting, di cui magari vi racconterò un'altra volta.
le immagini scorrono senza riuscire a trovare corrispondenza nella memoria e poi succede. in un flash ricordi tutto: titolo della canzone, chi la cantava e dove l'hai sentita la prima volta.
e viene voglia di condividere il piacere della scoperta con chi passa di qui. anche solo per sbaglio.
e allora ecco: lou reed in perfect day in una scena del film trainspotting, di cui magari vi racconterò un'altra volta.

si gela. questo è un vero inverno, non quello del 2006 in cui non ho neanche tirato fuori dall'armadio il mio cappellino con i pon-pon lana fuori e pail dentro.
ha anche nevicato. e io mi diverto un mondo quando nevica. certo: vorrei poter rimanere a casa, correre nel parco innevato, sedermi al tavolino di un bar con il fiato corto e il naso rosso, e bere una cioccolata calda ridendo senza motivo.
invece mi sveglio presto lo stesso, e corro, ma solo per non perdere il treno, ch'è quando nevica non guido. e poi sbircio dalla finestra dell'ufficio i bambini che giocano nel cortile.
non ho bilanci da fare, che non è tempo. e poi la parola bilancio evoca l'immagine di un commercialista chino sui conti, e la vita non credo abbia uno svolgimento matematico.
sommi le gioie, sottrai i dolori, dividi per le ore e moltiplichi per i giorni dell'anno: se il risultato è anche poco sopra lo zero proclamiamo ai quattro venti che l'anno passato è stato buono e quello che sta per passare sarà sicuramente migliore.
per me non è così. i bilanci li lascio fare agli altri. io mi limito a vivere cercando di ricordare di sorridere almeno una volta al giorno. fa bene a me e credo anche a chi mi sta intorno.
cerco di non farmi travolgere dalla noia della settimana che passa sempre uguale, scandita da orari e scadenze, ritagliandomi questo piccolo spazio in rete in cui essere chi sono e non il numero di matricola 1219.
spero di riuscire ancora ad emozionarmi e non guardare la vita che scorre con asettico cinismo e sterile disprezzo.
e non importa se negli occhi di guarda scorgo deplorevole compatimento, a chi ha tempo e desiderio di guardare attentamente la mia superficiale serenità apparirà il giusto fodero di un animo poco frivolo.
ha anche nevicato. e io mi diverto un mondo quando nevica. certo: vorrei poter rimanere a casa, correre nel parco innevato, sedermi al tavolino di un bar con il fiato corto e il naso rosso, e bere una cioccolata calda ridendo senza motivo.
invece mi sveglio presto lo stesso, e corro, ma solo per non perdere il treno, ch'è quando nevica non guido. e poi sbircio dalla finestra dell'ufficio i bambini che giocano nel cortile.
non ho bilanci da fare, che non è tempo. e poi la parola bilancio evoca l'immagine di un commercialista chino sui conti, e la vita non credo abbia uno svolgimento matematico.
sommi le gioie, sottrai i dolori, dividi per le ore e moltiplichi per i giorni dell'anno: se il risultato è anche poco sopra lo zero proclamiamo ai quattro venti che l'anno passato è stato buono e quello che sta per passare sarà sicuramente migliore.
per me non è così. i bilanci li lascio fare agli altri. io mi limito a vivere cercando di ricordare di sorridere almeno una volta al giorno. fa bene a me e credo anche a chi mi sta intorno.
cerco di non farmi travolgere dalla noia della settimana che passa sempre uguale, scandita da orari e scadenze, ritagliandomi questo piccolo spazio in rete in cui essere chi sono e non il numero di matricola 1219.
spero di riuscire ancora ad emozionarmi e non guardare la vita che scorre con asettico cinismo e sterile disprezzo.
e non importa se negli occhi di guarda scorgo deplorevole compatimento, a chi ha tempo e desiderio di guardare attentamente la mia superficiale serenità apparirà il giusto fodero di un animo poco frivolo.
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