Riflessioni di mezza primavera

sabato 31 maggio 2008

Che cosa ci faccio io qui? Questa è la domanda Jimi. Perché sono qui e non altrove. Forse Lisa ha bisogno di Jimi? e Jimi di Lisa? Ma l'amore è ben altro che bisogno o dipendenza. L'amore è amore e basta. Non devi aspettarti niente in cambio. Ma noi? Noi ci amiamo ancora Jimi? Che cosa ci fa qui Lisa?


Questo è l'incipit di uno dei miei film preferiti. Uno di quei (tanti) film che in un certo periodo della mia vita ho visto al cinema, da sola, allo spettacolo del pomeriggio, altrimenti non c'erano gli autobus per tornare a casa.
Potrebbe essere etichettato banalmente come un film di fantascienza. Forse lo è. Ma non solo. E' il viaggio di un uomo alla ricerca dell'amore che alla fine troverà se stesso. In anticipo sui fratelli Wachowsky, Salvatores ci racconta in modo esemplare cosa significa vivere in un presente che crediamo vero, ma in realtà è solo un mondo creato da qualcun'altro in cui noi, attori inconsapevoli, facciamo la nostra parte. Attraverso la presa di coscienza del personaggio di un videogame progettato dal protagonista, vedremo con i nostri occhi cosa significa ripetere in maniera inconsapevole gli stessi gesti, senza renderci conto di essere solo delle marionette manovrate da mani abili, che conoscono e manipolano il codice di programmazione, facendoci credere di poter scegliere.
Me ne ricordo adesso alla fine di una riflessione: mi sto perdendo. Sto permettendo al mio lavoro di condizionarmi completamente, di cambiarmi, di dimenticarmi. Mi assorbe talmente che dimentico chi sono, cosa mi piace veramente. Sto permettendo ad una cosa che dovrebbe essere solo il contorno della mia vita di occuparla totalmente, lasciandomi stanca, con poco tempo a disposizione e vuota, più ignorante e lontana da me.
Confondo per realtà una condizione temporanea, giornaliera, ma temporanea. Devo essere capace di staccare, di guardarmi allo specchio, ed essere capace di tornare indietro. A quella che ero, ai miei veri sogni, alle mie vere aspirazioni.

Credete alle favole?

giovedì 29 maggio 2008

Chiariamo una cosa sulla sbandierata detassazione degli straordinari.
Il lavoratore pagherà sulle ore di straordinario invece che l'aliquota del 23% quella del 10%, ma solo se la quota di straordinari totale non supererà i 3000 (tremila) euro e solo se nell'anno 2007 ha avuto un reddito lordo di 30.000 (trentamila) euro.
Fin qua il lavoratore con queste caratteristiche risparmia. Ma nulla risparmia il datore di lavoro, che di conseguenza non ha nessun interesse a pagare gli straordinari in busta.
Diciamo che se qualcuno abbocca, paga solo più tasse.
E soprattutto prima esisteva l'erogazione liberale, che come dice la parola stessa, era esente da tassazione fino ad un massimo di 258,23 (duecentocinquantottovirgolaventitre) euro. Unico vincolo erogarla a tutti i dipendenti. La detassazione è stata abolita.

Detto fra noi: se prima non facevo straordiari, non vedo perchè dovrei farli adesso. Perchè me li tassano "solo" al 10%? Ma se non li faccio ho più tempo libero e sto meglio.
Se prima facevo gli straordianari e il mio datore di lavoro me li pagava cash perchè cambiare questa splendida abitudine? Perchè prima pagavo troppe tasse e ora pago "solo" il 10%? E se invece me li intasco tutti e subito non è un maggior guadagno?
E soprattutto: conviene al mio datore di lavoro? Per lui non cambia nulla.

Quindi facendo due conti:

prima : no straordinari/straordinari in nero = no tasse per dipendente/no tasse per datore
dopo : straordinari detassati = 10% per dipedente/solita aliquota datore di lavoro
Inoltre: se l'azienda ha sempre pagato gli straordinari sono pochissimi quelli che possono accedere all'agevolazione considerati i requisiti richiesti, considerato che gli straordinari li fanno soprattutto gli uomini, che di norma guadagnano più delle donne
risultato: più soldi da pagare per tutti

prima: io datore di lavoro voglio dare un premio a tutti i miei dipendenti, scelgo l'erogazone liberale così per me è un costo interamente deducibile e per i miei dipendenti non incide sul reddito, di conseguenza non ci paga sopra le tasse
dopo: diventa un premio come tutti soggetto a tutti gli istituti
risultato: più tasse da pagare

Non finirò mai di stupirmi della pessima informazione italiana. Non ho trovato nessuno che ha detto come stanno veramente le cose.

Di una stupidità disarmante

lunedì 26 maggio 2008
Sono stata assente, apatica, annoiata, nervosa, nevrotica e arrabbiata.
Ho preferito non scrivere, l'ispirazione di questi giorni non sarebbe stata adeguata ad una finestra sul mondo come questa.
Come al solito però userò questo spazio come la poltrona del mio psicoterapeuta, e racconterò cosa ha scatenato questo stato di cose.
Principalmente: la mia nuova sistemazione lavorativa. La nuova scrivania e la nuova attività sono adeguate alle mia competenze, al mio modo di gestire le cose e di organizzarle. I nuovi colleghi sono amebe che eseguono ordini. Le nuove colleghe sono ricche e viziate che lavorano per non stare a casa. La mia nuova vicina di scrivania è una donna insoddisfatta della vita che crede di poter prendersi le sue rivincite nella vita comandando le persone che lavorano con lei (cioè io). Ma con me ha sbagliato soggetto.
Il fatto che continui a piovere, che esca il sole solo per permettere alle nuvole di assieparsi un po' più in là, e a nuove nuvole di scaricare acqua, mi sta debilitando. Sogno il sole, il caldo, la possibilità di una abbronzatura che mi risollevi l'umore quando mi guardo allo specchio, avendo abolito definitivamente l'opzione lampada artificiale dopo i danni causato da un uso massiccio e intensivo negli ultimi due anni.
La vita sociale: a quanto pare tutti quelli che conosco sono stati colpiti da una qualche maledizione che li ha ridotti in condizioni peggiori delle mie. Così loro si sfogano con me, e io non posso parlare con nessuno. E passo per quella che sta benissimo.
Sorridere sempre causa danni alla pelle con rughe permanenti ai lati della bocca, causa danni psicologici perché mi domando cosa cazzo sorrido a fare ma ... troppo tardi: tirati su gli angoli della bocca e scoperti i denti rimando l'immagine di me stupida e felice.
Vi regalo un po' di stupida felicità mostrandovi il piccolo miracolo che si è compiuto a casa, dopo anni di piante morte di freddo o di stenti.

Indiana Jones e il Regno dei Teschi di Cristallo (2008)

domenica 25 maggio 2008
Se Spielberg aveva voglia di un nuovo film di fantascienza non vedo perché ha dovuto scomodare Indiana. Poi mi ricordo della leggenda e penso che ha trovato proprio quello che gli si addice di più: un po' di fanta-archeologia avventurosa giusta per il nostro Indy, e un po' di fantascienza che tanto lo appassiona.
Una leggenda americana racconta dell’esistenza di 13 teschi che si suppone contengano informazioni sulle origini ed il destino dell’umanità. In un momento di grande bisogno tutti i teschi saranno riscoperti in modo che possano essere raggruppati insieme in un unico posto per rivelare i loro segreti.
Questa la leggenda che Spielberg e Lucas utilizzano per confezionare una movimentata quanto appassionante nuova avventura. L'archeologo più famoso e meno noioso del mondo questa volta deve combattere contro i comunisti che vogliono impossessarsi del potere nascosto nella mitica Eldorado. Per farlo hanno bisogno del teschio di cristallo che scopriremo, in realtà, essere lo scheletro di un alieno. Ci si sposta dalla misteriosa area B51, per passare alla foresta peruviana, fino alla mitica Eldorado, il tutto all'insegna del puro divertimento.
Quello che ritroviamo è un Indiana invecchiato che consapevole del tempo passato scherza con i suoi acciacchi e i suoi riflessi appannati, strizza un occhio al papà che abbiamo conosciuto nel terzo capitolo della saga comportandosi nello stesso modo nei confronti del figlio.
Consigliato a chi ha amato Harrison Ford nei panni di Indiana Jones fin dai primi fotogrammi, e non fa niente se stravolge la storia, racconta cose impossibili e inesistenti, è solo entertainment, certo non pretende di insegnare la storia per davvero.



Io ieri sera volevo fare l'intelletuale e andare a vedere Gomorra, ma proprio non ce l'ho fatta.

La vita è un miracolo

Al cuore Ramon ... al cuore ....

martedì 20 maggio 2008
Basta mancare qualche giorno e succedono un sacco di cose interessanti. E proprio io che ho manifestato tutta la mia stima fra le righe di questo piccolo blog per uno dei pochi giornalisti italiani che seguo con interesse, non ho segnalato l'iniziativa sponsorizzata da Beppe Grillo e realizzata da Marco Travaglio.

passaparola

Volevo lasciare anche il bottone per ascoltarlo direttamente da qui, così la mia barra laterale si appesantiva un po' di più, per regalare a chi passa di qua la possibilità di ascoltare un punto di vista diverso rispetto all'informazione convenzionale. E soprattutto di ascoltare tutto quello che nessuno vi avrebbe mai voluto far sapere.
Ma l'immagine è troppo grande e allora lascio solo il collegamento.
Buona visione e meditate.

Alla ricerca del tempo perduto

giovedì 15 maggio 2008

Non si può sempre correre.
Non si può sempre pensare a domani.
A volte serve fermarsi e parlare.
Spegnere la televisione e sostare in tranquillità.
Rimettere a posto la scaletta delle priorità.
E allora il nostro divano si trasforma in un canotto di salvataggio nel mare della banalità e della routine quotidiana. Ri-scoprirsi parlando dell'effimero e ridendo di sciocca felicità.
Capire il legame senza paroloni ad effetto.
Sentirsi vicini senza neanche sfiorarsi.
Interrogarsi su che fine hanno fatto le aspirazioni e le convinzioni di una volta.
E alla fine capire che siamo sempre noi.
Cresciuti certo, ma ancora noi, sempre noi.

(per te che mi leggi e sai già tutto)

my wish

martedì 13 maggio 2008

come mi vedo avrà relazione con come mi sento?

Saturno contro reloadead

martedì 6 maggio 2008

Ho rivisto "Saturno contro". I film belli andrebbero sempre rivisti, e poi ancora e ancora.
Magari non arrivare a recitare a memoria le battute dei film come è successo a me con "Nirvana" o con "Pensavo fosse amore invece era un calesse", ma se un film è piaciuto, andrebbe rivisto.
Si ripercorre nuovamente l'emozione della visione, con la possibilità di scoprire nuove, piccole cose che magari alla prima erano sfuggite.
Anche stavolta il film mi ha emozionato, in altre parole: ho pianto.
E' vero che ultimamente mi emoziono anche davanti al mio gatto che riesce a passare silenzioso nella gattaiola nonostante i suoi quasi 8 chili, ma questa è un'altra storia.
La re-visione ha rinnovato dentro me la consapevolezza che bisogna vivere ogni giorno in maniera speciale, perché non sappiamo cosa ci può succedere inaspettatamente. E che dobbiamo rendere speciale non solo il nostro tempo, ma far sentire speciali le persone a cui vogliamo bene.
I temi trattati attaccati all'attualità e alla quotidianità: la coppia omosessuale che si ama e si rispetta ma che è poco amata e poco rispettata dalle persone considerate "normali", la coppia istituzionale, quella sposata in realtà scoppiata e complicata, la generazione trentenne spaesata e drogata. Un piccolo spaccato sociale realistico e romantico.
Nessun finale consolatorio, nessun happyend, solo la consapevolezza di dover respirare forte sempre, perché sempre è solo un avverbio e noi non viviamo solo di parole.
Su tutto una colonna sonora avvolgente, un po' malinconica, dal gusto retro.

Al diavolo piace vestire bene

lunedì 5 maggio 2008
4 ore al Fidenza Village sono bastate per scatere il mio istinto represso allo shopping sfrenato. 4 ore fra vetrine, negozi e camerini.
Appena arrivata devo dire che l'ho trovato più accogliente dell'outlet di Mantova, dove di solito mi riservo di scorrazzare bancomat alla mano.
Mantova ha l'aspetto di un paese messicano immaginato da Quentin Tarantino, e sotto il sole c'è da prendersi una bella cotta. Fidenza invece assomiglia al castello delle fiabe di Eurodisney, con tanto verde e tanta ombra.
Ma sui negozi ho rimpianto il Fashion District.
La delusione più grande è stato il negozio Guess, unico vero motivo che mi ha portato fino a Fidenza. Mi aspettavo qualcosa di meglio che borse dalla linea vecchissima e vestiti che sembravano appena usciti dal cassonetto delle elemosine a prezzi poco vantaggiosi.
La vera sorpresa è stato trovare il negozio Phard, marca dei desideri delle adolescenti che come me guardavano Non è la Rai e Ambra con il suo zainetto. Ed è qui che ho fatto la spesa più consistente.
E poi finalmente la borsa della mia estate. Dopo aver scartato categoricamente Guess e Furla, che ha una linea che sa di antico, ho optato per una Coccinelle di tela a fiori, rifinita in marrone, con dentro dell'ecru, del verde, del blu e del nero.
Purtroppo niente scarpe. Le ho poi prese da Bata, solo per concludere il tutto.
Da questo esperimento ho capito che è meglio spendere tanto e tutto insieme che poco alla volta nei posti più disparati. Soprattutto, considerato che "non posso controllare la percezione che hanno di me gli altri, ma posso controllare la percezione di me che voglio dare", preferisco spendere poco ma bene, piuttosto che poco in un posto da poco.
C'è stato un tempo in cui credevo di poter ottenere tutto quello che volevo, ora sono in una fase in cui cerco di ottenere tutto quello che posso.
Prossima tappa shopping: i saldi estivi.

I love shopping

venerdì 2 maggio 2008

Come tutti gli esseri umani di sesso femminile lo shopping è parte integrante della mia vita.
Per questo nella barra laterale del mio blog mantengo traccia dei miei acquisti.
Ma se guardate attentamente noterete che negli ultimi tre mesi non ho comprato nulla. Niente che non potesse essere riconsiderato nella categoria di "genere di prima necessità".
Un po' scommessa, un po' esperimento, la mancanza di shopping ha causato anche vere e proprie crisi di astinenza. Ci sono stati dei giorni in cui per calmarmi sono andata almeno alla COOP a compare bagnoschiuma e crema per il corpo assolutamente superflue.
Ma niente vestiti, scarpe, borse, cinture.
Il primo effetto benefico lo ha ricevuto il mio conto corrente, che ancora non è in attivo ma ci sta andando molto vicino.
E poi mi ha lasciato riflettere sulla sconsideratezza di alcuni miei acquisti. Quante volte avete comprato una gonna solo perché vi piaceva e poi non avendo più trovato niente da metterci sopra l'avete abbandonata, se non addirittura buttata nei cassonetti delle elemosine. A me è capitato spesso. E con le cose più svariate.
La scommessa l'ho vinta. L'esperimento ha funzionato.
Il mio lavoro è stato pagato, e in più ho vinto ben 100 euro da spendere come mi pare.
Finalmente domani shopping. E non in un post qualsiasi. Domani si va al Fidenza Village.